Da quando ci si
interroga sull'esistenza di Gesù?
Fino alla fine del XVI secolo, non venne mai in mente a nessuno di mettere in
dubbio l’esistenza storica di Gesù; nemmeno ai nemici più accaniti del
cristianesimo. Nemmeno ai polemisti anti-cristiani più antichi, quelli che
avevano a disposizione gli archivi imperiali ancora intatti.
E’ dal 1700 che si comincia ad esagerare il silenzio delle fonti antiche su
Gesù. “Ma quali sarebbero queste numerose cronache romane che si sarebbero
tanto sfogliate invano alla ricerca di una testimonianza sulla sua esistenza?
– si è chiesto a ragione uno studioso tedesco – In effetti, quelle cronache
non esistono. Tutta la tradizione storica sull’antico impero romano è andata
perduta, ad eccezione di Tacito e di Svetonio. E tutti e due parlano di Gesù!”
Chi ci parla direttamente di Gesù sono gli storici: Giuseppe Flavio, Plinio il
Giovane, Cornelio Tacito, Svetonio ed inoltre troviamo quaòche forma di
testimonianza in Bar Sarapion e in Thallus.
Giuseppe Ben Mattia, conosciuto come Giuseppe Flavio
Giuseppe Flavio (37-97 d.C. circa), era nobile ebreo di casta sacerdotale. Ebbe
un ruolo di comando nell’insurrezione degli ebrei contro i romani iniziata nel
66 d.C. e finita quattro anni dopo con la distruzione di Gerusalemme, del Tempio
e di tutto Israele.
Portato prigioniero davanti a Vespasiano, comandante supremo delle truppe
romane, passò dalla parte dei romani; in onore di Vespasiano, al suo nome
ebraico Giuseppe aggiunse il nome romano "Flavio". In greco ed in onore dei
vincitori (i romani), Giuseppe Flavio scrisse la sua famosa Guerra giudaica
dove descrive le vicende di cui era stato testimone e protagonista.
Questo scritto è il più importante dei documenti su Israele del primo secolo.
Questa di Giuseppe Flavio, dovrebbe essere la più antica testimonianza scritta,
di origine non cristiana, che riguarda Gesù.
Nel 93 d.C. scrive le sue Antichità giudaiche, nel quale narra la storia
della Palestina da Abramo fino alla rivolte giudaiche del I secolo d.C.
Nel pezzo chiamato Testimonium Flavianum (cioè la testimonianza di
Flavio), afferma:
“A quell’epoca viveva un saggio di nome
Gesù. La sua condotta era buona, ed era stimato per la sua virtù. Numerosi
furono quelli che, tra i giudei e le altre nazioni, divennero suoi discepoli.
Pilato lo condannò ad essere crocifisso e a morire. Ma coloro che erano divenuti
suoi discepoli non smisero di seguire il suo insegnamento. Essi raccontarono che
era apparso loro tre giorni dopo la sua crocifissione e che era vivo. Forse era
il Messia di cui i profeti hanno raccontato tante meraviglie”. (Antichità
Giudaiche, XVIII, 63-64)
Cornelio
Tacito
Publio Cornelio Tacito (55-125 d.C. circa). Storico latino di nobile e influente
famiglia romana. Scrisse gli Annales che contengono il resoconto degli
avvenimenti accaduti nell’Impero Romano nel periodo che va dalla morte
dell’imperatore Augusto fino alla morte dell’imperatore Nerone. Tacito è uno
storico scrupoloso, consulta gli archivi imperiali e nel corso del suo lavoro
raccoglie anche alcune notizie riguardanti Gesù e i cristiani. Così, in un
passaggio della sua opera nel quale ricorda il grande incendio che devastò Roma
nell’anno 64, riferisce anche il tentativo dell’imperatore Nerone di accusare
dell’incendio i cristiani, per scagionare se stesso, poiché si era sparsa la
voce che il fuoco fosse stato appiccato per suo ordine.
“… l’imperatore (Nerone) per sviare da
sé le voci che lo facevano autore del disastro, ne riversò la colpa su coloro
che il popolo chiamava “Cristiani. L’autore di questa denominazione, Cristo, era
stato suppliziato dal Procuratore Ponzio Pilato sotto l’impero di Tiberio…”
(Annales, XV, 44)
Gaio
Svetonio Tranquillo
Svetonio (69-140 d.C.) è un altro storico romano, come Tacito. Fu incaricato
dall’imperatore Traino di curare le biblioteche pubbliche.
Scrisse le biografie degli imperatori di Roma (Vite dei Dodici Cesari,
cioè i primi imperatori fino a Domiziano). Parlando dell’imperatore Claudio
(imperatore dal 41 al 54 d.C.), riferisce qualcosa sui Cristiani e su Cristo.
“… espulse da Roma i Giudei in continue
agitazioni a causa di Cristo…” (Svetonio, Vita di Claudio, 25)
Plinio il
Giovane
Plinio (61-113 d.C.), è un politico non uno storico, figlio di Plinio il Vecchio
(lo studioso che morì durante l’eruzione del Vesuvio, nel tentativo di vedere da
vicino l’avvenimento). E’ governatore della Bitinia (attuale Turchia), una delle
province romane, in Asia Minore. Dovendo fare qualcosa contro i cristiani, per
eliminare quella che veniva considerata una superstizione dannosa, in una
lettera, scritta tra il 111-113, all’imperatore Traiano (imperatore dal 98-117
d.C.) chiede consigli sul da farsi. Ecco il testo della sua lettera diretta
all’imperatore Traiano:
“Io mi sono proposto come principio di
riferire a te, Signore, in tutte le questioni dubbie. Chi meglio di te potrebbe
infatti guidare la mia indecisione e istruire la mia ignoranza? Non ho mai preso
parte ai processi contro i cristiani e quindi non so che e come si suole punire
e indagare […]. Altri, designati nominalmente da un delatore, hanno ammesso di
essere cristiani e subito dopo hanno negato, dicendo che erano stati cristiani
ma non lo erano più […]. Affermavano inoltre che tutto il loro crimine o errore
sarebbe consistito nel fatto che solevano riunirsi in un giorno determinato
della settimana, prima del sorgere del sole, e cantare un inno a Cristo come a
un dio. Mi è sembrato che la questione fosse degna di una consultazione,
soprattutto a causa di coloro che rischiano di essere travolti. Molti, infatti,
di ogni età, ceto sociale e di ambo i sessi, corrono e correranno ancora tale
pericolo. Non solo per le città ma anche nei villaggi e nelle campagne si è
ampiamente diffuso il contagio di questa superstizione che si può ancora
arrestare e correggere." (Epistola 10, 96)
Mara
Bar Sarapion
Si tratta di uno storico minore siriano, non cristiano. Nell’anno
73 d.C. scrisse una lettera al figlio studente ad Edessa. In questa lettera, il
Bar Sarapion ricorda tra l’altro che i giudei avrebbero giustiziato il loro
“saggio re”, che aveva tentato di dare loro nuove leggi
Thallus
Oltre a Tacito, a Svetonio e a Plinio il Giovane, parla di Gesù
anche un certo Thallus, un samaritano, autore di una cronaca che pare scritta a
Roma verso il 60. Questi polemizza con i credenti circa la natura delle tenebre
che avrebbero accompagnato la morte di Gesù. La testimonianza di Thallus (se la
datazione è esatta, come molti ammettono) è dunque persino anteriore a quella
già di estrema antichità di Bar Sarapion.
DOCUMENTI CRISTIANI
Sono ovviamente
numerosissimi i riferimenti cristiani. Mi attengo alle notizie storiche dei due
evangelisti Matteo e Luca.
Vangelo di
Matteo
“Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al
tempo del re Erode”. (Matteo 2, 1)
Vangelo di
Luca
“In quei giorni un decreto di Cesare
Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo
censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti
a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa
e della famiglia di Davide, dalla città di Nazareth e dalla Galilea salì in
Giudea alla città di Davive, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con
Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si
compirono per lei i giorni del parto. Diede dalla luce il suo figlio
primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era
posto per loro nell’albergo”. (Luca 2, 1-7)
CURIOSITA'
Gesù un "esseno"?
Secondo il teologo Hans Kung, a "Qumràn, il Nazareno sarebbe stato
scomunicato ed espulso”. Da ciò che è stato scoperto dai pastori beduini a
Qumràn, riguardo agli esseni, si è appreso che:
* l’amore essenico si limitava agli amici del gruppo, mentre per quelli “di
fuori” si consigliava l’odio;
* il rigorismo moralista si spingeva fino a vietare i profumi nel giorno di
sabato;
* i bambini erano allontanati con sospetto e alterigia, perché (come dice il
Manuale di Giustizia) “soltanto Santi angeli stanno nella comunità”. E i
bambini “Santi angeli” non erano, per loro.
Ancora, dice il Manuale di Giustizia: “Stolti, pazzi, deficienti, alienati,
ciechi, storpi, zoppi, sordi e minorati, nessuno di questi può far parte della
comunità”.
Inoltre, è prescritto di tenersi lontani dai peccatori, dagli stranieri, dalle
donne.
Proprio l’esatto contrario, cioè, della figura descritta dal Nuovo Testamento
che privilegia le minoranza infelici; che predilige sedersi a tavola proprio con
coloro dai quali l’esseno rifuggiva con orrore e disprezzo.
La
nascita di Gesù: un problema di calendario
Intorno al IV secolo d.C., il monaco Dionigi il Piccolo cercò di ordinare
il calendario a partire dalla nascita di Gesù, ma commise un errore di calcolo.
Secondo lui, infatti, la nascita di Gesù sarebbe avvenuta nell’anno 754 dell’era
romana (iniziata con la fondazione di Roma). L’anno 754 diventò dunque l’”anno
zero” per i cristiani. In realtà Dionigi si sbagliava. Nel 754, infatti, Erode
il Grande era già morto da quattro anni e Gesù, affermano i Vangeli, è nato “al
tempo di Erode”. Bisogna allora anticipare la nascita di Gesù di qualche anno e
risalire, con buone probabilità, al 747-748 dalla fondazione di Roma. Gesù
sarebbe nato, almeno 7 anni prima della data indicata da Dionigi.
Così stando le cose, oggi saremmo non nel 2019 ma nel 2025 o nel 2026.
Quirinio e il censimento di Augusto
L’unico censimento di Quirinio documentato, sarebbe avvenuto intorno al 6 d.C.,
quando Gesù doveva avere circa 12 anni. I Vangeli affermano che Gesù nasce sotto
Erode il Grande, il quale morì nel 4 a.C. Si ritiene, perciò, che la data di
nascita di Gesù sia all’incirca il 7 .a.C (cioè 7 anni prima di quando
normalmente si pensa, 7 anni prima dell’anno “zero”).
Per l’evangelista Luca, Gesù sarebbe nato durante il censimento. Come mai? Luca
è attento alla storia, non si tratta quindi di un errore.
Questa sua frase è stata interpretata in due modi differenti:
1. in senso teologico, nel senso che ha voluto mettere in evidenza la nascita di
Gesù con quell’evento rilevante per l’Impero Romano, affermando quindi il
rilievo universale della nascita di Gesù.
2. Era il “primo censimento”, afferma Luca. Augusto, infatti, avrebbe progettato
un piano globale di censimento riguardante tutto l’enorme Impero. Nel 7-6 a.C.
quel piano avrebbe toccato anche il regno di Erode: sarebbe stato un censimento
amministrativo, più che fiscale, connesso ad un giuramento di fedeltà
all’imperatore e condotto secondo il metodo tribale e non residenziale, in
rispetto alle tradizioni locali. A gestirlo sarebbe stato appunto Quirinio, che
in quel momento governava con incarico speciale la legislazione di Siria,
essendo il governatore di allora, Sanzio Saturnino, impegnato in una dura guerra
contro gli Armeni. Quando diverrà lui responsabile a pieno titolo della Siria,
da cui dipendeva la Palestina, Quirinio ordinerà un secondo censimento, quello
più noto e documentato del 6-7 d.C.
Certo è che, al di là delle questioni storiche, Luca vede nella nascita di Gesù
un evento dagli echi universali e dall’incidenza nella vicenda storica
dell’umanità.
Perché il 25
dicembre?
Natale significa “nascita”. La festa del Natale, come ricordo della nascita di
Gesù, fu istituita probabilmente nel III o IV secolo. La data esatta della
nascita di Gesù non è nota. I Vangeli non indicano né il giorno né il mese.
Inoltre, pare che né gli Apostoli né la Chiesa primitiva celebrassero il Natale,
in quanto l’usanza cristiana antica era quella di celebrare la morte delle
persone, non il giorno della loro nascita.
Prima della nascita di Gesù, a Roma si festeggiava la festa del Fuoco e del
Sole; si celebrava in coincidenza con il solstizio d’inverno.
Inoltre, dal 17 al 24 dicembre i romani festeggiavano i Saturnali in onore di
Saturno, dio dell’agricoltura. Era un periodo durante il quale si viveva in
pace, si scambiavano doni e si facevano grandi banchetti.
Nel 274 d.C. l’imperatore Aureliano decise che il 25 dicembre si doveva
festeggiare la festa pagana del dies natalis Solis Invicti (= giorno
natalizio dell’invincibile Sole) dedicata al dio Mitra.
Già sant’Agostino (354-430 d.C.) esortava i cristiani a non festeggiare il 25
dicembre la festa del Sole, bensì “chi aveva creato il Sole”.
La festa del 25 dicembre fu istituita quindi dalla Chiesa per contrapporre una
celebrazione cristiana a quella festa pagana e per ricordare, con la nascita di
Cristo, la venuta della vera luce nel mondo.
Luce simbolicamente rappresentata dal Sole che, dopo il solstizio d’inverno,
inizia il suo ritorno rendendo le giornate più luminose.
Carta di
identità di Gesù
Il nome Gesù deriva dall’ebraico Jehoshua che signifa “Jhwh salva”. Gesù,
infatti, era ebreo e praticava la religione ebraica.
Gesù nacque da Maria, per opera dello Spirito Santo, a Betlehem, in Giudea,
verso la fine del regno di Erode il Grande, nel 7-8 a.C.
L’imperatore romano Augusto aveva ordinato un grande censimento. Maria e
Giuseppe si erano recati a Betlehem, paese natale degli antenati di Giuseppe,
per registrare i loro nomi.
Visse l’infanzia e la giovinezza a Nazareth di Galilea, aiutando Giuseppe,
nell’attività di falegname.
Iniziò la sua missione pubblica verso il 15° anno del regno dell’imperatore
romano Tiberio, quando aveva circa 30 anni.
Operò per circa due anni e mezzo.
Venne crocifisso durante la Pasqua ebraica del 30 d.C., probabilmente il 4
aprile di quell'anno. quando era procuratore romano della Giudea Ponzio Pilato
(dal 26 al 36 d.C.) e imperatore di Roma Tiberio.
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